LA COMUNITA’ DEGLI AMICI: UGUALI IN AMICIZIA E DIGNITA’
Progetto: La trattoria degli amici
Soggetto proponente:
Il Progetto nasce all’interno dell’Associazione di volontariato “Amici di don Carlo” e vuole essere concreta espressione dei valori e degli obiettivi che stanno alla base del suo costituirsi e del suo Statuto.
Oggetto del progetto:
> Costruire occasioni e spazi di impiego per persone maggiorenni in difficoltà, appartenenti alle cosiddette categorie protette.
“Uguali in amicizia e dignità” è un progetto che si inscrive nella consapevolezza che ogni uomo è portatore dello stesso diritto ad essere riconosciuto nella sua dignità, nel suo bisogno di libertà, nelle sue modalità di manifestare le proprie capacità; a far parte di una comunità di altri uguali e insieme diversi da sé con cui confrontarsi in un rapporto di accoglienza reciproca; a dare voce alla propria interiorità emozionale e quindi ai sentimenti che la traducono.
Scriveva l’ispiratore originario del progetto:
“L’individuo dimentica troppo spesso la natura della sua personalità che, se da una parte è quella di potersi manifestare nella peculiarità della propria individuale originalità – da cui, per esempio, deriva inventiva, creatività e quanto la può distinguere dal resto del mondo – dall’altra, in forza della sua dimensione sociale, richiede modalità di vita che le consentano di non precipitare nello smarrimento della solitudine o nell’arroganza di un falso equilibrio, perché sa riconoscersi in un linguaggio comune; e nell’uso di riferimenti e simboli è in grado di dar vita, far crescere e conservare la rete relazionale con gli altri esseri umani.
Ridare anima e voce a tutte le cose che fai, significa riuscire ad orientare i tuoi gusti e le tue scelte verso lo sviluppo integrale e completo della tua personalità.
In altre parole, accanto a ciò che ha come scopo diretto l’appagamento di te, dei tuoi diritti e di quanto si presenta alla tua mente come ‘buono’ per te, devono anche poter trovare luogo in te le aspirazioni di chi sta attorno a te, i sentimenti che popolano lo spirito umano e ‘quel buono’ che scaturisce dalla coralità umana, riconoscendo in essa l’espressione di quei valori e ideali che accomunano ogni persona.
Soprattutto è importante che trovi modo di esprimersi la voce di ciò che tu sei come persona individuale e come persona sociale.
C’è un mutuo aiuto che entra in gioco, anche all’insaputa del singolo, quando ci si apre a tutta la realtà: una crescita della ricchezza d’animo, il solidificarsi di autonomia e libertà che vanno a riversarsi nel patrimonio comunitario modellandolo sempre più a misura d’uomo.
La contraddizione, della quale non è facile avere conoscenza, è il centrismo in cui è posto l’io personale, racchiuso in una ermetica onnipotenza che non di rado porta a negare, a sottovalutare, a ignorare, a manifestare disinteresse e indifferenza verso tutto ciò che non entra nel proprio dominio.” (don Carlo, Pensieri sparsi)
Contesto legislativo e culturale:
Nella Costituzione della Repubblica italiana:
- ART. 1. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione
- ART. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
- ART. 4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Nella Dichiarazione dei diritti dei disabili Dell’ONU:
- ART. 1. “Promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità”.
- ART. 27. “Si riconosce il diritto al lavoro delle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, ossia il diritto di potersi mantenere attraverso un lavoro liberamente scelto o accettato in un mercato del lavoro e in un ambiente lavorativo aperto, che favorisca l’inclusione e l’accessibilità alle persone con disabilità”. Appare dunque evidente che proprio il lavoro rappresenta di per sé uno dei più efficaci strumenti di costruzione di identità:
· attraverso il lavoro la persona è impegnata a livello emotivo e cognitivo, si percepisce come costruttore di sé, acquisisce autostima, vive finalmente una condizione di autonomia e non di oggetto di assistenzialismo
· il lavoro è straordinario veicolo di adattamento alla realtà esterna
· il lavoro, inserendo la persona in un contesto plurale, costruisce una rete di legami e relazioni che permettono di interiorizzare la dimensione comunitaria come luogo di vita e realizzazione Come dire che, se il contesto comunitario sa essere davvero motivante, allora anche la persona fragile può compiere un processo di socializzazione profondo e terapeutico
Queste nuove consapevolezze trovano un primo riferimento legislativo, per il nostro Paese, nella legge 68 del 1999, “Norme per il diritto al lavoro dei disabili.
Da allora sono seguiti interventi legislativi e programmatici sia a livello nazionale che europeo: qualcosa è certamente cambiato ma le leggi sull’impiego delle persone svantaggiate faticano a trovare applicazione concreta.
Il tasso di occupazione delle persone con disabilità è ancora di gran lunga inferiore rispetto a quello dei lavoratori senza disabilità; i vari ambienti di lavoro faticano a superare il pregiudizio e temono le situazioni di difficoltà che possono sorgere nel predisporre le condizioni mirate per il lavoro di un disabile. Così le aziende spesso preferiscono non evadere l’obbligo all’assunzione sostituendolo col pagamento delle sanzioni monetarie previste dalla Legge.
Eppure tante esperienze sparse sul territorio dimostrano che l’inclusione è possibile!
Descrizione del progetto:
Il progetto, nella sua ispirazione iniziale, nasce a seguito dell’incontro con l’esperienza a Roma della “Trattoria degli amici”, espressione della Comunità di Sant’Egidio: un ristorante nel cuore di Trastevere che offre impiego stabile a 12 lavoratori con disabilità e che, nel corso di 20 anni di attività, ha formato decine di professionisti della ristorazione – camerieri, aiuto-cuochi, sommelier – ora impiegati in diversi locali della Capitale, sostenendo, con la propria esperienza, iniziative analoghe in diverse città d’Italia.
L’approfondimento di questa emozionante realtà ha fatto intravvedere la possibilità di prenderla a modello, come parte di una intelaiatura progettuale ambiziosa, nella prospettiva di dare voce e sostanza ai desideri, alle aspettative, ai bisogni, ai diritti dei disabili e delle loro famiglie e insieme ai sogni, all’impegno, ai doveri di chi, non disabile, vorrebbe vivere in una comunità di uomini legati dal reciproco riconoscimento della stessa dignità: la Comunità degli Amici.
La costruzione della Comunità degli Amici si prevede articolata in più fasi cronologicamente successive e condizionate dalla positività dei vari step e dalla disponibilità di risorse:
– la trattoria
– i negozi
– la fattoria
La prima fase, cioè “La trattoria degli amici”, è quella cui si riferisce specificatamente la presentazione di questo progetto: uno spazio dedicato alla ristorazione, gestito dall’Associazione insieme a persone disabili che, grazie a percorsi formativi, dovranno trovare nell’attività un impiego regolare.
Obiettivi:
· Superamento del diffuso atteggiamento protezionistico nei confronti delle “disabilità” e promozione della consapevolezza del diritto ad un trattamento alla pari da parte di tutti gli uomini
· Affermazione, nel nome del Vangelo e, insieme, in coerenza col dettato costituzionale e la sua ispirazione personalistica, del valore del lavoro come strumento di profonda umanizzazione e fondante la dignità di ogni individuo
· Rottura del circolo vizioso della marginalità e riscoperta del lavoro come momento fondamentale di integrazione sociale
· Apprendimento di competenze cognitive generali e specifiche
· Costruzione di occasioni di confronto con le proprie capacità ed attitudini sia su un piano pratico-lavorativo che relazionale grazie all’inserimento in una rete di gruppo che esige la comunicazione con altri
· Resistenza alla fatica della quotidianità che permette di alzare la soglia del disagio facilitando la percezione dell’autonomia personale
· Esaltazione della funzione riabilitativa del lavoro poiché opera un’assegnazione di ruolo. “Ciascuno di noi abitualmente usa farsi riconoscere nelle relazioni quotidiane mediante i propri estremi anagrafici e\o attraverso la propria professione: il disabile che lavora ha la possibilità di essere identificato per il ruolo che svolge e non unicamente per gli impedimenti che presenta. In altre parole, “quello che si fa” integra “quello che si è” nei rapporti con gli altri ed il ruolo lavorativo può rappresentare, per una persona affetta da deficit, un modo prezioso per entrare nel mondo del lavoro, riscattando in tutto o in parte, la propria situazione di handicap. Il ruolo è dunque un grande fattore di mediazione sociale” ( Montobbio)
· Protezione del diritto delle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, di beneficiare di condizioni lavorative eque e favorevoli, compresa la parità di opportunità e l’uguaglianza di remunerazione per un lavoro di pari valore; il lavoro infatti è tale quando prevede, per tutti, un corrispettivo economico
Attori coinvolti:
“Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.
”Ma quale è la pietra principale, quella che sostiene il ponte?” chiede Kublai Kan
“Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra – risponde Marco – ma dalla linea dell’arco che queste formano”
Kublai rimane silenzioso riflettendo. Poi soggiunge:”Perchè mi parli delle pietre? E’ solo dell’arco che mi importa”
Marco risponde:- Senza pietre, non c’è arco – (ITALO CALVINO)
La condizione principale per la costruzione e lo sviluppo del progetto consiste nell’individuazione degli attori coinvolti e coinvolgibili e quindi nella condivisione di un fine comune volto alla soddisfazione degli obiettivi e alla sostenibilità del processo.
L’Associazione proponente intende rivolgersi al territorio e alle sue risorse con le quali cooperare sia per raggiungere con successo il proprio scopo sia per inserirsi come nuovo protagonista nel sistema territoriale e nella rete dei soggetti impegnati a vari livelli in ambito sociale:
– Organismi associativi, in particolar modo le realtà che si occupano di disabilità
– Famiglie e persone disabili
– Istituzioni pubbliche, in particolare l’Ufficio dei Servizi Sociali dell’Unione dei comuni del Distretto ceramico, ma anche la Provincia e la Regione
– I protagonisti del sistema economico territoriale
Metodologia:
Per la realizzazione del progetto e nell’intento di operare per la realizzazione di interessi a valenza collettiva, l’Associazione si attiverà mediante:
a) Utilizzo dei moderni strumenti comunicativi per promuovere se stessa e i propri scopi e al fine di allargare il numero dei propri aderenti volontari
b) Stipulazione di accordi e convenzioni con Enti ed istituzioni pubbliche e/o private per la promozione e l’esercizio delle sue attività.
c) Raccolta fondi attraverso iniziative di autofinanziamento e/o ricerca fondi
d) Ricerca delle strutture immobiliari necessarie a realizzare gli obiettivi primari
e) Allestimento dei locali secondo le necessità
f) Formazione professionale ai ruoli e individuazione delle figure adeguate all’affiancamento
g) Apertura dell’attività
Risorse economiche:
Dopo una attenta analisi dei bisogni si ritiene che il progetto richiede risorse per 300.000 Euro circa
a) quote e contributi degli associati;
b) eredità, donazioni e legati;
c) contributi di enti istituzionali pubblici;
d) erogazioni liberali di associati e di terzi;
e) entrate derivanti da iniziative promozionali finalizzate al proprio finanziamento ( per es. feste, sottoscrizioni anche a premi, pesche di beneficenza, vendita manufatti e prodotti tipici, pranzi e cene…. ecc.)